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TESTIMONI DI SERVIZIO CIVILE: LA STORIA DI VERONICA MARIA

“Scoprire per riscoprirsi” di Veronica Maria Baggi, Quito (Ecuador)

Sono passati esattamente 4 mesi da quando sono arrivata a Quito. Difficile raccogliere in poche righe quello che questo paese mi sta regalando. Partirei proprio dalla bellezza oggettiva di questo paese, un paese così piccolo rispetto all’immensità che lo circonda ma allo stesso tempo così diverso. Dopo 4 mesi ancora quando cammino per strada mi fermo, e penso dove sono, e realizzo che sto vivendo a Quito, circondata dalle Ande. Non credo che questi mesi saranno mai abbastanza per abituarmici. Ecco, Quito, la città che sto chiamando casa in questo momento della mia vita, una città sicuramente non semplice, che non ti accoglie subito, ma che bisogna imparare a conoscere. Immensa, internazionale, divisa in due tra estrema povertà e ricchezza esagerata. E quindi ogni giorno, ogni sguardo che incrocio, ogni situazione che vedo, costringe (per fortuna) a riflettere. Una città, come tutto il paese, che sta vivendo uno dei suoi momenti storici più bui.

Proprio in questo momento, mentre sto scrivendo, c’è un forte temporale. Questo mi rende felice, perchè significa che magari domani ci sarà più elettricità per tutti, perché domani sicuramente l’aria sarà più respirabile e la vegetazione sarà più florida. Già, perché purtroppo questo splendido paese è stato vittima anche di forti incendi, ricordo ancora la sensazione di svegliarmi tra le lenzuola che odoravano di fumo, e il pensiero a quanto è andato distrutto.

Un altro aspetto che sicuramente caratterizza questo paese è il grande livello di insicurezza. Questa è la componente con cui faccio più fatica ad abituarmi, la mia libertà è infatti parzialmente compromessa, ciò che prima ritenevo normale come farmi una passeggiata sola al tramonto ora non lo è più. Essendo sull'equatore, i magnifici tramonti durano poco, e quindi si passa molto velocemente da un’apparente sicurezza del giorno ad una grande instabilità della notte.

Quito, e in generale l’Ecuador, non è solo questo. E’ anche il calore della gente, la musica, i balli, la solidarietà, il cibo, gli odori, i paesaggi, i tramonti, i parchi naturali e l'Amazzonia. E’ le varietà di frutta, è il reggaeton a tutto volume alle 8 di mattina sull’autobus, è la passione per la selecciòn. E’ tutto questo ma anche molto altro. Oltre ai magnifici paesaggi ed emozioni che questo paese ti offre, il Servizio Civile mi sta dando l’opportunità di lavorare come volontaria al Consejo Noruego para Refugiados. Questo occupa gran parte della mia giornata, e nonostante la stanchezza, non avrei mai potuto immaginare di meglio per me. Questa esperienza mi sta davvero dando tanto, sotto tutti i punti di vista. Ogni giorno impari sempre qualcosa di nuovo, e questo grazie a due attori: i beneficiari e i colleghi. I primi sicuramente ti insegnano cos’è la vera resilienza, quanto davvero è importante essere grati per quello che si ha, la riconoscenza e l’affetto che si capta da un loro sguardo nei tuoi confronti, solo per avere agito con gentilezza, fa riflettere sui loro trascorsi.

Le loro storie, i loro occhi colmi di un mix di paura e speranza, i loro pianti, i loro sfoghi. Tutto. Io non sono sicuramente brava a ricordare i volti delle persone, ma i loro sì, me li ricordo tutti, e tutti per me sono un insegnamento e un motivo in più per rendermi orgogliosa e felice di essere qui. I colleghi invece, che meravigliosa scoperta. Dal primo giorno disponibili ad aiutarmi e farmi sentire a casa. Credo che mai più vedrò un gruppo così affiatato e unito, le mie aspettative su ciò che sarà il mio (ignoto) futuro sicuramente ora sono molto alte.

Non sono neanche a metà del mio percorso, ma già mi si stringe il cuore a pensare di doverli lasciare, una parte di loro sarà sempre con me. Un’altra cosa che sto imparando, è che per avere un gruppo del genere, così alto a livello sia umano che professionale, significa che dietro a tutto questo c’è un capo eccezionale. Porterò sempre con me l’amore e la cura che dà ad ognuno di noi, è qualcosa di raro che va custodito.

Questa esperienza sono anche le mie compagne di viaggio, prenderci in giro per quello che cuciniamo, guardare film di dubbia qualità rigorosamente doppiati il spagnolo-latino americano, tisane detox abbinate a kili di cioccolato, sono le nostre cene accompagnate da chiacchiere, riflessioni, risate, pianti e molto altro. Mi sento fortunata per quello che sto vivendo, un'esperienza che mi sta arricchendo come persona. Sono passati 4 mesi, sento che mi rimane poco tempo, ma al tempo stesso sembra di essere qui da molto di più. Voglio continuare a vivere ogni momento e ad accogliere ciò che questo paese e questa avventura può darmi.

 

 

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