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ALBANIA, GIORNI CHE HANNO SEGNATO IL PASSO VERSO IL FUTURO

Di Andrea Lo Iacono. Non è facile avviare un impianto ma lo è ancor di più, se lo si deve fare in un Paese dove anche i comuni cittadini soffrono per la difficoltà di approvvigionarsi ai servizi di base. Non siamo in Africa, ma nella più vicina Albania, dove la scarsità di acqua ancora attanaglia un’importante minoranza della popolazione, quella delle zone rurali. Il discorso ci porterebbe molto più in là dei tre giorni di formazione che abbiamo realizzato, aggiungo solamente che l’Albania è un Paese estremamente ricco di acqua.

Durante questi tre giorni, ENGIM ha invitato alcuni tecnici alimentari della zona di Fier a partecipare ad un training realizzato da Emilio Lepore, giovane tecnico formatosi in Molise con l’obiettivo di mettersi a disposizione della sua terra. L’azione si inserisce all’interno del progetto RISE-Alb finanziato da AICS ed è un primo passo verso la messa in funzione di un incubatore di prodotti tipici locali.
L’incubatore ha l’obiettivo di offrire formazione tecnica qualificata per gli studenti della Scuola Professionale Agricola “Rakip Kryeziu”; opportunità di impiego ai giovani della zona, in particolare disoccupati e con diversa abilità e di garantire un accesso al mercato per gli ortaggi e la frutta fresca prodotta nella Regione di Fier. Se saremo in grado di dare il massimo a questa componente di progetto, si potrebbero aprire vasti spazi per l’incubatore: produrre prodotti di qualità con un proprio marchio, offrire consulenze alle imprese della zona per ideare nuovi prodotti e trovare nuove soluzioni al mercato.

Ai tre giorni di formazione hanno partecipato due docenti della scuola ed alcuni tecnici alimentari della zona. Alcuni di questi sono appena usciti dall’università, sono entusiasti e vogliono mettersi alla prova nel concreto della produzione. Purtroppo le imprese agroalimentari cercano tecnici con esperienza perché sanno che la preparazione universitaria è deficitaria sotto questo punto di vista. Questo cortocircuito tra formazione e mondo del lavoro, offre solo rare opportunità ai giovani, che per la maggior parte trovano un’alternativa nel telemarketing o nell’emigrazione. Obiettivo della nostra azione è proprio quello di preparare i giovani al mondo dell’impresa.

Nei tre giorni di training abbiamo realizzato delle confetture di fragole e delle passate di pomodoro utilizzando prodotti locali. Coloro che hanno partecipato all’attività, ricorderanno questi giorni; ce ne siamo convinti guardando i loro occhi ammirati e curiosi, e vedendo come hanno accettato il frutto del lavoro di questi giorni, qualche barattolo di confettura e nessun compenso, solo l’orgoglio di aver partecipato ad un lavoro comune.

In questi pochi giorni, dopo 18 anni di cooperazione in Albania, mi è apparso vivido il vero senso del nostro lavoro: lavorare insieme, imparare vicendevolmente, scambiare esperienze. Speriamo che questi pochi giorni siano di buono auspicio per il futuro dei giovani delle aree rurali di Fier.

Adesso dobbiamo preparare il passo da compiere a settembre, dare completa funzionalità alla struttura, selezionare il personale, predisporre un programma di attività didattiche e laboratoriali da svolgere nell’incubatore a sostegno dell’offerta didattica della scuola. Sarà una vera sfida. Qualche giorno fa abbiamo incontrato gli studenti della scuola per presentare un’altra componente del progetto; per la maggior parte si sono dimostrati interessati, ma con le idee poco chiare in merito al loro futuro professionale e al valore del percorso formativo intrapreso.
Il nostro scopo non è solo quello di offrire opportunità laboratoriali di qualità agli studenti, ma anche quello di aiutarli ad immaginare il loro futuro professionale a sostegno del mondo rurale albanese, così come quel giovane tecnologo molisano ha voluto per se stesso.

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