fbpx TESTIMONI DI SERVIZIO CIVILE: LA STORIA DI ANDREA | ENGIM

TESTIMONI DI SERVIZIO CIVILE: LA STORIA DI ANDREA

“Vita e Lavoro a Lago Agrio: Una Testimonianza di Volontariato” - di Andrea Silvestro, Corpo Civile di Pace a Lago Agrio (Ecuador) -

Lago Agrio è una città di frontiera con la Colombia, immersa nella foresta amazzonica. È una zona segnata da conflitti armati per il controllo del territorio e del narcotraffico, e da gravi problemi ambientali causati dall’estrazione del petrolio. La natura qui è spettacolare; l’Ecuador, con la sua incredibile biodiversità, offre una varietà di fauna e flora che si nota quotidianamente. Il clima è caldo e umido, con temperature che si aggirano sui 30 gradi e piove quasi tutti i giorni, rendendo l’ambiente ancora più vibrante e vivo. Qui, la foresta amazzonica si intreccia con storie di migrazione e di lotta per la sopravvivenza. 

Lavoro con Consejo Noruego para Refugiados (NRC) come assistente ICLA (Information, Counselling and Legal Assistance). Il mio ruolo consiste nell’informare, orientare e assistere legalmente le persone che sono in mobilità umana e con necessità di protezione internazionale. L’Ecuador sembra gestire la questione migratoria e dei diritti umani in modo più rispettoso dell’Italia. Dal momento della richiesta di rifugio alla data del colloquio per valutare se ci sono i requisiti per ricevere protezione internazionale, passano meno di due mesi nella maggior parte dei casi. 

Il mio capo è un ragazzo italiano che, come me, è venuto a fare il volontario e ora vive qui da sette anni. Sia lui che i miei colleghi mi hanno aiutato molto ad ambientarmi. Il nostro lavoro include pratiche di richieste di visti, rinnovi, richieste di casellari giudiziali e legalizzazione dei documenti. Spesso il nostro supporto include anche aiuti economici per il pagamento dell’affitto e per la sussistenza. I casi più delicati riguardano persone perseguitate, testimoni in fuga e famiglia appena arrivate senza rete di supporto. Ogni giorno ascolto storie strazianti di persone disperate che cercano “aiuto”, qualunque esso sia. La maggior parte dei nostri utenti è costituita da colombiani e venezuelani che fuggono da situazioni di estrema violenza e povertà.

I colombiani che incontriamo scappano dalla guerra civile e dai gruppi armati che vogliono assoldarli, o dai cartelli del narcotraffico. Le loro storie sono spesso costellate di violenze e perdite familiari. Molti rifugiati della regione colombiana di Putumayo continuano a subire minacce e persecuzioni anche qui in Ecuador. I venezuelani, invece, fuggono da uno stato in collasso, caratterizzato da iperinflazione e controllo militare. La situazione dei rifugiati venezuelani è particolarmente delicata poiché la crisi non è più al centro dell’attenzione mediatica, con conseguente diminuzione dei fondi destinati a loro. 

Le sfide non sono mancate. Lavorare in questo contesto è emotivamente impattante ma anche estremamente appagante; ascoltare le esperienze dolorose e traumatiche delle persone che incontriamo è pesante. L’impatto emotivo delle storie che ascolto ogni giorno è stato pesante e a volte stressante. Tuttavia, il supporto dei miei colleghi e la consapevolezza dell’importanza del nostro lavoro mi hanno aiutato a superare questi momenti difficili. La responsabilità che sento verso gli utenti e la mole di lavoro che dobbiamo gestire sono fattori che contribuiscono allo stress, ma sento che il mio impegno può fare la differenza. 

Dal 23 novembre in Ecuador si è insediato un nuovo Presidente di destra, Daniel Noboa, figlio della famiglia più ricca del Paese. Questo ha portato a preoccupazioni su possibili cambiamenti nelle politiche migratorie e di assistenza umanitaria. 

Il tema della sicurezza è complicato. Lago Agrio è un luogo dove le bande di narcotrafficanti e i gruppi armati si nascondono, rendendo la città pericolosa. Ci sono spesso episodi di sicariato e violenza, e la cosiddetta “limpieza social” è una realtà inquietante. Nonostante queste difficoltà, il mio impegno qui mi ha permesso di crescere molto, sia professionalmente che personalmente. 

Sono convinto che il tempo trascorso qui a Lago Agrio influenzerà profondamente il mio futuro. Ho imparato molto sui diritti umani e sulla condizione dei rifugiati, e ho acquistato una maggiore consapevolezza del mio privilegio. Anche se mancano solo quattro mesi alla fine della mia missione, sono certo che questa esperienza avrà un impatto duraturo su di me, sia a livello personale che professionale. Spero di poter continuare a contribuire, anche se solo in piccola parte, a rendere questo mondo un posto un po’ più giusto.

Grazie per aver letto la mia testimonianza. Se siete interessati a saperne di più o a leggere altre storie di volontari come me, vi invito a visitare il sito di NRC e quello di ENGIM. 

 

 

Share this post