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TESTIMONI DI SERVIZIO CIVILE: LA STORIA DI CHIARA

 

‘’Lago Agrio: Una città di frontiera che racconta storie di resilienza e dolore’’, di Chiara Del Prete, Servizio Civile Universale - Lago Agrio (Ecuador)

Lago Agrio è molto più di una semplice città. Situata nella provincia di Sucumbíos, al confine settentrionale dell’Ecuador, è un punto nevralgico per chi attraversa la frontiera, portando con sé il peso di storie difficili e spesso strazianti. Circondata dall’incredibile ricchezza naturale della foresta amazzonica, la città si presenta come un luogo di contrasti: da un lato, la maestosità della natura, con le sue cascate, i fiumi e la biodiversità unica; dall’altro, una realtà urbana complessa, segnata dall’impatto dell’industria petrolifera, dall’inquinamento e da profonde disuguaglianze sociali.

L’essere una città di confine influisce profondamente sulla sua identità. Lago Agrio è un luogo di passaggio, un crocevia per chi cerca una nuova opportunità lontano dai conflitti armati della Colombia o dalla crisi devastante del Venezuela. Ma è anche una città dove le difficoltà si moltiplicano: l’instabilità politica e sociale della regione, i problemi legati alla sicurezza e alla criminalità organizzata rendono il vivere quotidiano una sfida costante sia per i suoi abitanti che per chi vi arriva in cerca di speranza.

In questo contesto opera il Consiglio Norvegese per i Rifugiati (NRC), l’organizzazione per cui svolgo il mio Servizio Civile Universale. Ogni giorno, il nostro lavoro consiste nel fornire supporto legale e orientamento a chi ha dovuto lasciare tutto per cercare protezione. Ma non è solo un lavoro tecnico; è, soprattutto, un confronto umano. Ogni persona che incontriamo porta con sé una storia, spesso segnata da sofferenze che è difficile anche solo immaginare: famiglie separate, giovani che hanno perso tutto, madri sole che lottano per garantire un futuro ai propri figli.

Ascoltare queste storie non è mai semplice. Ogni racconto lascia un segno profondo, un senso di impotenza che cresce con il tempo. Ti rendi conto che, per quanto tu possa fare del tuo meglio, le risorse sono limitate e non è possibile aiutare tutti. È devastante sentirsi incapaci di offrire soluzioni concrete a chi ne ha più bisogno, soprattutto quando ti trovi davanti a persone che non chiedono altro che una possibilità di vivere dignitosamente.

L’essere a contatto diretto con questa realtà ti cambia profondamente. Ogni interazione con la popolazione migrante è un momento di riflessione: ti confronti con il lato più crudo della vita e, al tempo stesso, ammiri la resilienza di chi, nonostante tutto, continua a lottare. Il lavoro amministrativo, come la raccolta dei dati e la rendicontazione, è fondamentale per garantire la continuità dei progetti, ma non attenua il peso emotivo che si accumula.

Lago Agrio, con tutte le sue contraddizioni, è una città che ti insegna a guardare il mondo da una prospettiva diversa. Vivere e lavorare in una città di frontiera significa essere costantemente esposti a un’umanità che soffre, ma che non si arrende. È un’esperienza che ti arricchisce, anche se a volte lascia dentro di te un senso di frustrazione e vulnerabilità.

Nonostante le difficoltà, questa esperienza è un’opportunità unica per crescere. Ti insegna non solo l’importanza del lavoro umanitario, ma anche quanto sia fondamentale ascoltare e condividere, pur consapevole dei tuoi limiti. Lago Agrio è una città di frontiera, ma è anche un luogo di storie che meritano di essere raccontate, una finestra su un mondo che, pur ferito, continua a credere nella possibilità di un domani migliore.

 

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