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EMERGENZA LIBANO: REPORT SUGLI AIUTI

Vestiti e pasti caldi quotidiani distribuiti a centinaia di sfollati, questo il principale risultato ottenuto con i contributi che l’ENGIM ha potuto inviare al suo partner in Libano, l’associazione Arcenciel, dopo lo scoppio delle ostilità con Israele. I beneficiari sono stati identificati dagli assistenti sociali di Arcenciel attraverso ricerche sul campo, oppure ricerche nei rifugi pubblici, nei centri di accoglienza della stessa associazione o tramite informazioni ricevute da organizzazioni come il WFP, il Programma Alimentare Mondiale dell’ONU.

“Questo intervento ha notevolmente ridotto il peso sulle famiglie che si trovavano nella necessità di provvedere quotidianamente a un maggior numero di membri – si legge nel report inviato da Arcenciel alla vigilia di Natale -. La scarsità di cibo aveva costretti costretto molte famiglie ad adottare meccanismi di adattamento molto pesanti, come saltare dei pasti per nutrire i propri figli, oppure fare ricorso a diete poco equilibrate e non salutari”.

Ricordiamo che nello spazio di pochi giorni, alla fine di settembre, oltre 100 mila libanesi di ogni confessione, specialmente musulmani sciti e cristiani, erano stati costretti a lasciare le loro case nella periferia di Beirut, nel Libano del Sud, a Nabatiyeh e nella Valle de la Bekaa. Cifra che si è aggiunta alle 120 mila persone che erano già fuggite dalle loro abitazioni dopo l’8 ottobre del 2023. 

Dati riportati minuziosamente dall’associazione con cui l’ENGIM collabora da molti anni, parlano di 1.380 pasti caldi preparati presso il ristorante Khan El Maksoud a Taanayel-Bekaa e poi distribuiti, e 1096 capi di abbigliamento consegnati a 237 famiglie nelle aree di Beirut, Monte Libano e Halba-Akkar. Si tratta, forse, di una piccola goccia nel mare del bisogno della popolazione libanese, ma in tempi di crisi - come spiegavamo all’inizio della campagna di raccolta fondi – ogni piccolo aiuto può fare la differenza. E la differenza è stata tangibile per tutti coloro che hanno potuto usufruire degli aiuti inviati dalla nostra ONG.

“La guerra è scoppiata e si è protratta per due mesi durante un autunno estremamente freddo in Libano, soprattutto ad Halba e nelle aree settentrionali – scrive Sarah Hani, una delle responsabili dell’associazione libanese -. Molte famiglie avevano abbandonato le proprie case con nient’altro che i vestiti che indossavano, e avere un abbigliamento adeguato è diventata una necessità primaria da soddisfare. Grazie a questa donazione, Arcenciel ha potuto fornire diversi capi a tante famiglie, e contribuito a mantenere un certo grado di igiene, permettendo agli sfollati che non riuscivano a lavare regolarmente i propri indumenti ad utilizzare vestiti puliti”.

Dopo il cessate il fuoco entrato in vigore a fine novembre, gli assistenti sociali di Arcenciel hanno continuato a monitorare la situazione per identificare nuove esigenze, concentrandosi sugli sfollati rimasti nei rifugi pubblici, sui rimpatriati e sulle comunità più colpite. Le iniziative principali in programma includono oggi la distribuzione di dispositivi di assistenza per le persone con disabilità e prodotti e medicinali per le persone anziane o malati cronici; l’apertura di classi specializzate per bambini con disabilità o bisognosi di assistenza psicologica; sessioni di fisioterapia e psicoterapia per i rimpatriati e la stessa popolazione in generale, come parte del processo di recupero post-bellico.

 

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