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TESTIMONI DI SERVIZIO CIVILE: LA STORIA DI EUGENIA

“Viaggiare fuori per riscoprirsi dentro”. di Eugenia Surico, Montero (Bolivia)

Sono ormai passati oltre quattro mesi dal mio arrivo qui in Bolivia. Solo quattro mesi fa riempivo la mia valigia di aspettative, entusiasmo e una fortissima curiosità. “Come saranno i posti che visiterò? E le persone? E il cibo? E le loro abitudini?”.

Ogni giorno da quando sono qui non smetto di stupirmi, emozionarmi, ma soprattutto di mutare la mia prospettiva. L’anno di Servizio Civile è una continua messa in gioco ma anche in discussione di sé stessi. Ti lascia scoprire varie, molteplici sfaccettature di te che neanche conoscevi.  

Sembrerà banale e dozzinale dirlo, ma da quando sono qui mi rendo conto di aver ricevuto molto più di quanto sia riuscita a dare. Ogni giorno mi sento sempre più emotivamente arricchita e cerco di sopprimere il timore che il cuore possa non reggere tutto questo. I mesi di Servizio Civile ti attraversano come farebbe un fulmine a ciel sereno. È come ricevere uno shock elettrico che ti rigenera ma ti lascia comunque scosso e quasi disorientato.  

Passando al dove e cosa: mi trovo attualmente a Montero, nel dipartimento di Santa Cruz de la Sierra, e collaboro con una ONG locale, Etta Projects. L’associazione porta avanti diversi progetti in salute pubblica. Lavoriamo con gente di qualsiasi età in base al progetto specifico. Tra i vari nei quali sono stata coinvolta, quello che più di altri ha lasciato fino ad ora un’impronta significativa dentro di me è un progetto chiamato “Chicas Maravillas”. Con questo progetto affrontiamo maggiormente tematiche di emancipazione femminile con ragazze dai 10 ai 18 anni. Ascoltare le loro storie e osservare la genuinità della loro adolescenza mi riempie sempre di sentimenti indecifrabili.

Quando dico che da quando sono qui ho ricevuto molto più di quanto sia riuscire a dare, penso principalmente a loro e a tutte le emozioni che mi fanno provare ogni volta che svolgiamo un’attività o che ci ritroviamo a parlare. É in quei momenti lì che mi rendo conto di quante emozioni ho ancora da scoprire e imparare. Crescita personale per me significa aver scoperto nuovi modi di emozionarsi davanti a situazioni semplici ma che nascondono storie, persone, avvenimenti più grandi di quello che io credessi prima di prendere quel volo intercontinentale oltre quattro mesi fa. Continuo a vivere situazioni semplici e parte di una quotidianità che rientra in un ingranaggio più grande di me, ma che cerco di accogliere e abbracciare con un impeto delicato, un impeto che lascia ugualmente stremati. 

Mi sento davvero grata di aver avuto l’opportunità di partecipare a questo anno di Servizio Civile. Vivo tutti questi momenti presenti con una certa nostalgia futura, un sentimento misto di saudade, e penso già a quando saranno andati via. Non ci accorgiamo sempre quando stiamo vivendo un momento intenso e carico di sensazioni. Per questo penso che la sfida dell’anno di Servizio Civile stia anche e soprattutto nel prendere coscienza di questo.

 

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