TESTIMONI DI SERVIZIO CIVILE: LA STORIA DI MATTIA
‘’La guida per il Servizio Civilista in Colombia in 4 semplici passi’’, di Mattia Bullo, Servizio Civile Universale, Medellín (Colombia)
La presente guida si propone di offrire al ServizioCivilista di ENGIM in Colombia alcuni spunti per sfruttare al meglio il proprio anno di servizio. Dopotutto, se ne ha a disposizione solo uno, e bisogna cercare di usarlo bene. Per questo si consiglia al ServizioCivilista di sfruttare l’esperienza accumulata da operatori e volontari degli anni passati. In questa guida sono raccolti alcuni degli spunti di riflessione che ha lasciato a me il mio servizio.
1. Fare tante scale
Per il ServizioCivilista ENGIM in Colombia, è bene abituarsi in anticipo all’idea di dover fare tante scale. A Medellín, ENGIM è attiva nei barrios periferici, gli insediamenti informali sulle pendici delle montagne che circondano la cittá, frutto della grande migrazione che nell’ultimo secolo ha portato persone da tutta la Colombia - e non solo - a trasferirsi qui. Il barrio in cui lavoro io si chiama Altos de la Torre e sta ai margini della Comuna 8. Qui, ENGIM collabora da due anni con una fondazione locale in un servizio di mensa e doposcuola per i bambini del quartiere.

Medellín é divisa in 16 Comunas. La numero 8, Villa Hermosa, è storicamente quella con i tassi di povertá piú alti, nonché quella in cui ENGIM concentra la maggior parte delle sue attivitá.
Medellín é la seconda città piú popolosa del paese, ed è la capitale del dipartimento di Antioquia. La città si trova nella Valle de Aburrá, sulla cordigliera centrale delle Ande; le persone ci si spostano per molte ragioni: per fuggire dalla violenza, per lavoro o semplicemente per il clima, che l’ha resa nota come la città dell’eterna primavera. Fatto sta che fra il 1950 e il 2018 la popolazione della cittá è decuplicata, raggiungendo i 3,5 milioni di abitanti nella la sua area metropolitana. Oltre la metà della sua popolazione abita le periferie montuose, in case o capanne messe in piedi in autonomia lungo rampe di scale artigianali. La conformazione urbanistica di questi territori rende difficile la loro regolarizzazione: non esistono strade per raggiungere i meandri dei barrios, per cui è impossibile muoversi in macchina oltre certo punto, si deve per forza usare le scale. Naturalmente, queste difficoltá di movimento hanno delle ripercussioni sulla qualità della vita degli abitanti dei quartieri.
Altos de la Torre è un quartiere giovane: nacque nei primi anni ‘2000, ma fu collegato alla rete idrica cittadina soltanto dieci anni fa: prima di allora le persone attingevano dai ruscelli vicini per l'approvvigionamento dell’acqua secondo un sistema artigianale. Anche le fognature sono artigianali, e ció é spesso un problema, soprattutto quando piove. Nel barrio, il diritto alla salute e all’igiene non è certo pienamente rispettato, ma la municipalità di Medellín non é immobile e negli anni è intervenuta per collegare il barrio alla rete idrica cittadina. Oggi l’acqua potabile arriva in tutte le case del quartiere a costi abbastanza accessibili, anche se sussistono i problemi legati agli scarichi, alla gestione dell’immondizia, alla pulizia degli spazi comuni etc. Inoltre, mentre nelle aree urbane lo sviluppo dei servizi idrici progredisce, nelle zone rurali del paese è stagnato: oggi, circa un milione di colombiani non ha ancora accesso a fonti idriche sicure.
Il Comedor (la mensa) è attivo dal 2015, dista una decina di minuti a piedi dal capolinea dell’autobus. La struttura é verde acqua, ho contribuito io stesso a ritinteggiarla un paio di mesi fa. L’interno é un salone dello stesso colore, con l’aggiunta di alcune decorazioni a tema religioso. C'è una cucina con due fornelli, un lavandino, un frigorifero e quattro tavoli per gli ospiti: é tutto ció che serve alle volontarie locali per preparare il pranzo a cento persone, che dal lunedí al venerdí fanno i turni per ritirare il proprio piatto di minestrone con riso e insalata. Occasionalmente ci si procura dei wurstel da aggiungere al piatto, nei casi piú rari addirittura dei dolcetti.

Grazie a una donazione privata, il Comedor quest’anno ha potuto restaurare il tetto. Ne abbiamo approfittato anche per ritinteggiare.
Alle 13:30 la mensa chiude per dare spazio alle attività con i bambini. Il doposcuola ha luogo nella biblioteca Escuelita de la Paz, un’altra piccola casetta riadattata dalla fondazione locale per ospitare i bambini nel pomeriggio: è dotata di molti libri, alcuni strumenti musicali, dei giochi da tavolo e una TV, su cui ogni tanto guardiamo un film. In questo spazio alterniamo laboratori artistici, letture di racconti e attività di rinforzo scolastico; per salire dal Comedor alla Escuelita, gli scalini sono 308.

La biblioteca Escuelita de la Paz, in cima al barrio Altos de la Torre.
Alle attività della Escuelita partecipa una quindicina di bambini, quasi tutti venezuelani. La questione dell’immigrazione dal Venezuela è sempre piú rilevante nel paese: a gennaio di quest’anno il numero di persone migranti dal Venezuela alla Colombia era stimato a 2,8 milioni, di cui 388,027 nel dipartimento di Antioquia. Quasi tutti abitano nei quartieri marginali di Medellín, dove i minorenni possono non andare a scuola anche per anni nell’attesa che i tutori cerchino stabilità e che la loro situazione venga regolarizzata. Alcuni non hanno accesso all’istruzione pubblica per mancanza di soldi. L’altro giorno ho chiesto a una bambina di 8 anni, arrivata da poco dal Venezuela, come andasse a scuola; mi ha risposto: “Cosa mi mandano a scuola a me, che non abbiamo neanche i soldi per la divisa”. Spesso, per questi bambini le uniche opportunità di ricevere un’istruzione sono progetti extra-scolastici come i nostri, per cui è bene abituarsi all’idea di dover fare tante scale.
2. Rinunciare all’espresso
La prima testimonianza scritta dell'esistenza del caffè in Colombia si trova nel Orinoco Ilustrado y Defendido (1742), un’opera del sacerdote gesuita José Gumilla che ne registró per la prima volta la
presenza a Santa Teresa de Tabajé, vicino alla frontiera con il Venezuela. Piú di un secolo dopo, nel 1835, nacque la prima piantagione per l’utilizzo commerciale del chicco: da quel momento in poi il caffè divenne rapidamente il principale prodotto di produzione agricola e di esportazione del paese, che oggi ne è il terzo produttore mondiale dietro Brasile e Vietnam.

Il sacerdote gesuita José Gumilla, in un ritratto olio su tela del secolo XVIII. Autore anonimo
Con 540.000 famiglie che dipendono da esso, il caffè non è solo il protagonista economico del paese ma anche un elemento centrale della sua identità culturale, e di Medellín in particolar modo. Antioquia è il secondo dipartimento colombiano per produzione di caffè: il clima stabile della regione permette la raccolta del chicco a ciclo continuo tutto l’anno, per cui le sue campagne sono costellate di cafetales (i campi coltivati). Il caffè si coltiva soprattutto nelle fincas, unità agricole a trasmissione familiare in cui il mestiere del caficultor (il coltivatore di caffè) si tramanda per via ereditaria e che ancora oggi mantengono un certo livello di indipendenza economica. Nel 1927, i caficultores di Medellín si sono associati formando la Federación Nacional de Cafeteros de Colombia (FNC), una organizzazione a sistema elettivo che si occupa della tutela dei diritti dei lavoratori del caffè, offrendo loro una garanzia di acquisto del prodotto e stabilendo i suoi prezzi di vendita. Grazie a questo sistema, i caficultores hanno potuto far fronte al modello invasivo della monocultura latifondista e la coltivazione del caffè è rimasta, nel paese, un'attività prevalentemente familiare.

La distribuzione delle coltivazioni di caf è sul territorio colombiano (FNC).
Nell’ultimo anno si è assistito a un aumento del 17% delle esportazioni di caffè, con 9,8 milioni di sacchi (60kg) venduti all’estero fra gennaio e ottobre 2024: il mercato principale è il nordamerica - Stati Uniti e Canada insieme ne comprano quasi la metá; seguono Belgio, Germania e Giappone.

Il sole tramonta dietro le montagne sui cafetales di Andes, Antioquia.
Ma anche il suo mercato interno è in espansione, e Medellín ne è il centro sia per lo smercio che per il turismo legato alla pianta. Nel 2023 il Ministero del Turismo ha registrato l’ingresso di 6,7 milioni di turisti, l’8,5% in più del 2023, e di cui un quarto proveniente dagli Stati Uniti. Con l’aumento del numero di turisti stanno nascendo molte caffetterie, e aumenta di conseguenza la richiesta di personale specializzato. Per questo, ENGIM sta organizzando corsi gratuiti di caffetteria indirizzati a giovani degli strati sociali piú vulnerabili, per cui l’assunzione in una caffetteria rappresenta una possibilitá di trasformazione sociale concreta. La formazione legata al caffè è in carico alla Tostadora Vibras Company, un’impresa locale di tostatura del chicco, mentre le lezioni di lingua inglese e di orientamento al lavoro sono tenute da due mie colleghe volontarie.

Anche la produzione di caf è è aumentata nel 2024, raggiungendo i 12,9 milioni di sacchi a ottobre. (FNC)


Dopo la raccolta, le diverse varietá di chicchi vengono messe a seccare in delle grandi casse di legno. Perché sia pronto per lo smercio, l'umidità interna del chicco dev’essere compresa fra l’8 e il 12%.
Stando in Colombia, il ServizioCivilista vivrà a stretto contatto con il mondo del caffè. Visiterá le fincas produttrici, osserverà da vicino la tostatura e si arrampicherá sotto la pioggia sui pendii coltivati. Conoscerá nuovi modi di filtrare e di bere il caffè, e imparerà a distinguerne le varietá e gli aromi. Ma soprattutto, avrá modo di contribuire in maniera decisiva alla formazione di nuovi giovani professionisti del caffè, collaborando, nel proprio piccolo, alla crescita culturale ed economica di questo grande settore di cui, entro la fine del servizio, diventerá giocoforza un esperto.
3. Partecipare alla costruzione della memoria collettiva
Il museo Casa de la Memoria di Medellin si trova nella Comuna 10, nel cuore della città, a metà strada fra il mercato tradizionale di Placita de Flores e il Parque de Boston; è uno di 27 musei attivi oggi nella città, e nasce nel 2011 con uno scopo preciso: contribuire alla costruzione della memoria di una guerra civile che negli ultimi 60 anni si stima abbia ucciso 218.084 persone, e che sebbene nell’ultimo ventennio si sia molto mitigata, continua a mietere vittime in tutto il paese. La sfida che la Casa si impone non è semplice; per dirla con le parole del loro manifesto:
“A diferencia de otros museos de memoria en el mundo, preocupados por encontrar formas de sanar la relación de un país con su pasado de guerra o de dictadura, el Museo Casa de la Memoria se ocupa de la memoria de un conflicto aún vivo.”
“A dif erenza di altri musei della memoria nel mondo, che si occupano di trovare modi per sanare il rapporto di un paese con il proprio passato di guerra o dittatura, il Museo Casa de la Memoria si occupa della memoria di un conflitto ancora vivo.”

Il museo Casa della Memoria, ai margini del Parque Bicentenario, La Candelaria, Medellín.
La ricostruzione della memoria storica di un paese non è un lavoro facile: quando entriamo, la guida ci mette subito in guardia: “Se chiedete del conflitto armato a 100 persone, riceverete 100 risposte diverse”. Ma la Casa se ne occupa attraverso l’educazione, per i turisti ma soprattutto per i visitatori locali, che ancora oggi conoscono il conflitto soprattutto attraverso la trasmissione orale della conoscenza familiare. All’interno si trova una varietá tra installazioni artistiche e materiali didattici: ci sono schermi touch-screen che raccolgono articoli di giornali colombiani sugli avvenimenti-chiave del conflitto anno per anno; ci sono mappe interattive che mostrano il numero e la distribuzione delle vittime in cittá, secondo le caratteristiche e il movente dell'uccisione; si possono anche guardare e ascoltare interviste alle vittime stesse. Il secondo piano del museo, invece, è una biblioteca specializzata sulla storia del conflitto, ricca sia di testi specializzati per i ricercatori, sia di libri illustrati per cominciare a raccontare del conflitto al pubblico piú giovane. Per il ServizioCivilista ENGIM, il museo diventerá rapidamente un centro di riferimento, sia per l’approfondimento della propria conoscenza personale sia per l’organizzazione delle attivitá con i beneficiari: quest’anno ci abbiamo portato gli studenti della scuola superiore Juan de Dios Carvajal, con cui abbiamo avviato un progetto di Cátedra de Paz. Le Cátedre sono laboratori, obbligatori per legge, mirati alla ricostruzione della memoria del conflitto armato per gli studenti delle scuole superiori; con i nostri studenti stiamo concludendo un ciclo di 10 lezioni sul ruolo dell’arte urbana nella costruzione della memoria collettiva, e uno degli incontri si è svolto alla Casa de la Memoria. Per quasi tutti gli studenti, si è trattato della prima volta che sono entrati in un museo.

Questa installazione del museo rielabora le foto di alcune vittime del conflitto, lasciando a colori soltanto la persona scomparsa.
La popolazione resiste, e la cittá è in ripresa: nel Parque Bicentenario, appena fuori dal museo, si trova l'Árbol de la Vida, una statua di quasi sette metri firmata dallo scultore colombiano Leobardo Pérez Jiménez. L’Árbol è formato da due tonnellate di acciaio: 27.398 armi da taglio consegnate dai gruppi armati della città durante varie operazioni di disarmo. L’albero si staglia nel cuore del centro a
testimonianza del successo del processo di pacificazione dell’ultimo ventennio: da quando, nel 1991, Medellín divenne la capitale mondiale delle morti violente (registrandone 6809, cioè 381 per 100.000 abitanti) il tasso di omicidi è calato del 95% - oggi ne conta solo 20 per 100.000 abitanti.

L’Árbol de la Vida é composto da 82 corpi intrecciati, maschili e femminili. Misura 6,5 metri di altezza e 4,5 metri di larghezza.
4. Godersi il panorama
Il serviziocivilista ENGIM in Colombia non potrà privarsi dell’esperienza di mangiare una arepa de choclo guardando il panorama da un mirador. Vista la topografia collinare del territorio, i belvedere sono tanti e stupendi, sia di giorno che di notte. Il mirador piú popolare è quello di Las Palmas, sulla strada per l’aeroporto, ma valgono una visita anche quello del barrio Santo Domingo, che offre anche dei tour guidati del quartiere, o quello decisamente piú turistico del Pueblito Paisa sul Cerro Nutibara, un villaggio tradizionale antioqueño in pieno centro con una vista di 360° sulla cittá. Ma la vista é mozzafiato da tutti i luoghi elevati di Medellín, e se ne puó godere anche con un giro in metrocable (la rete pubblica di funivie), fiore all’occhiello dell’ottimo sistema di trasporti pubblici della cittá.

La arepa de choclo, una piadina spessa a base di mais tagliata a metà e ripiena di formaggio. La disputa su chi abbia inventato la arepa è ancora molto accesa fra la Colombia e il vicino Venezuela. (Depositphotos)
Medellín é stata la prima città del mondo ad adottare la funivia come mezzo di trasporto pubblico a tempo pieno con una finalitá sociale, inaugurando la prima linea - la linea K, appunto per Santo Domingo - nel 2004. Oggi le linee cittadine sono 6, e il metodo è stato adottato da altre cittá del continente fra cui Caracas (VE), La Paz (BO) e Santo Domingo (Repubblica Dominicana).

La vista sul barrio 13 de Noviembre dal metrocable di Miraflores. Il mattone di argilla rossa è il materiale da costruzione piú usato in Antioquia.
Anche se a volte le corse possono sembrare burrascose - soprattutto con la pioggia - il metrocable è un mezzo di trasporto sicuro, registrando solamente una sfortunata vittima in più di vent’anni di attività. Anche il suo utilizzo come mezzo di inclusione sociale si è rivelato efficace. L’introduzione del metrocable ha rivoluzionato la vita degli abitanti dei barrios, che improvvisamente hanno avuto la possibilitá di muoversi dalla montagna alla cittá in modo economico e veloce, e quindi, per esempio, di poter studiare all’universitá o lavorare in centro. Il metrocable della Sierra, il barrio dove ENGIM ha la propria sede, ci mette 8 minuti per raggiungere la stazione di Oriente, colmando 300 metri di dislivello per collegarsi direttamente alla linea del tram. Prima del metrocable, per arrivare in cittá serviva prendere l’autobus (che è piú caro e piú lento, anche se molto pittoresco) oppure un mezzo proprio - cosa che precludeva questa possibilitá a chiunque non avesse i mezzi per comprarne uno.
La rete di trasporti pubblici di Medellín é un modello per il resto del continente. Le linee intra-urbane sono due: la linea blu attraversa la città da nord a sud, mentre le linee verde e gialla da est a ovest. Per accedervi bisogna procurarsi una Tarjeta Civica, una tessera su cui si accumulano i soldi per pagare gli ingressi. Le Tarjetas sono di due tipi: quella bianca si ottiene presso qualunque sportello e non ha nominativo, ma ciascuna corsa costa 500 pesos colombiani (COP) in piú rispetto alla Tarjeta verde, che si trova solo in alcuni uffici e per cui di solito bisogna fare la fila, ma che è piú economica e avrá il vostro nome stampato sopra. Una volta ottenuta la Tarjeta, il ServizioCivilista sarà finalmente libero di esplorare la cittá; potrá salire sul metrocable e osservare dall’alto l’intricatezza dei suoi vicoli e delle sue infinite scale, arrivare fino in cima, guardare in basso e godersi il panorama. Il mio consiglio personale per il ServizioCivilista è che prenda un respiro profondo e si tuffi a bomba in questa grande confusione - senza sapere esattamente come ne uscirá, ma con la certezza di uscirne diverso.
Mattia Bullo, Caschi Bianchi per il recupero di giovani in situazioni di dif icoltá 2024/25 Medellín 05/04/2025
Fonti:
https://healingwaters.org/protecting-colombias-clean-water/
https://panoramacultural.com.co/ocio-y-sociedad/3741/la-historia-del-cafe
https://federaciondecafeteros.org/wp/
https://patrimoniomedellin.gov.co/proyectos_folder/mdm/mapa-museos/
https://centrodememoriahistorica.gov.co/micrositios/informeGeneral/estadisticas.html
https://www.museocasadelamemoria.gov.co/el-museo/acerca-de-nosotros/manifiesto/
https://www.museocasadelamemoria.gov.co/medellin708090/decada-los-90/
https://apnews.com/article/medellin-colombia-cable-car-collapse-2d1be5aaf13785d0a89b05288d0f4d42
