fbpx TESTIMONI DI SERVIZIO CIVILE: LA STORIA DI DANILO | ENGIM

TESTIMONI DI SERVIZIO CIVILE: LA STORIA DI DANILO

“Aprire gli occhi sul mondo” di Danilo Spiro, Quito (Ecuador)

Il mio anno di servizio civile finora è stato un po’ come una montagna russa. Mi trovo ormai da 7 mesi a Quito, la capitale dell’Ecuador. Insieme alle mie altre due compagne, abbiamo iniziato l’anno di servizio senza poterlo effettivamente svolgere, perché l’organizzazione che ci doveva accogliere aveva appena subito una ristrutturazione e non avevano la possibilità di inserirci appena siamo arrivati. È stata una notizia un po’ sconcertante, ma ci ha dato per lo meno la possibilità di ambientarci per alcune settimane in un contesto estremamente diverso da quello da cui venivamo. Poi abbiamo effettivamente iniziato a svolgere il nostro servizio e siamo stati molto contenti.

L’organizzazione in cui siamo si occupa di fornire assistenza umanitaria a persone in mobilità umana, principalmente provenienti da Colombia e Venezuela. I colleghi in ufficio ci hanno accolto con molto calore e da subito ci hanno fatto sentire parte di una squadra. Di ciò sono molto grato. Il lavoro in sé è molto bello, anche se lavorare con persone può a volte essere intenso emotivamente. Soprattutto perché il contesto da cui queste persone scappano è davvero drammatico e in questi mesi è andato peggiorando. Purtroppo lo stesso è successo anche qui in Ecuador, che sta vivendo un momento storico estremamente difficile. C’è una situazione di conflitto armato interno a causa del narcotraffico, e il livello di criminalità e di insicurezza ai danni della popolazione è in costante crescita.

Non è facile vivere qui, soprattutto nella capitale, e perciò la risposta che possiamo dare a queste persone che qui cercano un rifugio è limitata. Questi mesi sono passati tra alti e bassi abbastanza in fretta, ci sono stati momenti molto belli e momenti molto brutti. L’Ecuador è un paese meraviglioso dal punto di vista naturalistico e con una cultura molto ricca ed interessante. Purtroppo la situazione attuale non permette di goderne appieno. Abbiamo attraversato mesi in cui a causa della siccità e della conseguente inattività delle centrali idroelettriche, a livello nazionale si sono avuti blackout di anche 12 ore al giorno. 

Questa situazione è durata circa tre mesi, e ovviamente è stata abbastanza pesante anche se alla fine ci si riesce ad abituare un po’ a tutto. Personalmente ho attraversato anche momenti difficili a lavoro, soprattutto perché sentivo una frustrazione per non potere fare di più per le persone che venivano da noi, anche a causa della mancanza di fondi.  

Attualmente poi ci troviamo in una nuova situazione di grande incertezza a livello lavorativo: dopo che il governo statunitense ha tagliato i fondi per la cooperazione allo sviluppo di cui la nostra organizzazione viveva, non sappiamo se potremo continuare a offrire i servizi di prima e molti nostri colleghi stanno pian piano essendo licenziati. È una situazione molto triste e ingiusta, che però mi ha fatto ancora una volta aprire gli occhi su come vanno le cose nel mondo attuale. In questa montagna russa comunque mi sento molto grato per avere l’opportunità di vivere in prima persona questa realtà tanto complessa ma che mi sta facendo crescere e capire molte cose di me. 

 

Share this post