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L’ALBANIA NON SI SCORDA PIÙ!

Di Dea Nicoletta Continolo*. L’Albania è calda, accogliente, ti fa sentire a casa, ma a tratti, sa essere anche fredda ed enigmatica. A volte sembra di fare salti attraverso il tempo, il nuovo, il vecchio, il differente. Tutto alla fine si fonde perfettamente.

Il mio arrivo a Fier è stato dettato da l’ascensore del palazzo che non funzionava, due valigie da 10 kg e otto piani di scale da fare per raggiungere casa.

Da quel giorno sono passati ormai quasi due mesi, e devo dire che ricorderò per sempre con simpatia quel momento. Il tempo in Albania scorre placidamente ma anche in modo spedito, tra il lavoro, le gite fuori porta e la compagnia preziosa dei miei colleghi e supervisori.

Il tipo di tirocinio che sto svolgendo mi sta portando ad interfacciarmi con la realtà locale di Fier, a vivere le esperienze ma anche le naturali difficoltà che possono emergere in questo tipo di lavoro, in prima persona. Mi sento arricchita e immersa in una realtà tanto distante quanto però vicina a quella che sta dall’altra parte dell’ Adriatico.

All’interno di ENGIM Albania sono inserita principalmente nella parte di comunicazione, e più nello specifico nella gestione dei social media. Preparo e pubblico i post per la settimana, in cui vengono comunicate le attività che vengono implementate. Oltre al lavoro d’ufficio (redigere vari documenti, controllare bandi, ecc), ho anche la fortuna di poter partecipare a diversi incontri con varie istituzioni locali e non, mentre al momento mi trovo anche in fase di scrittura per un progetto.

Il lavoro che faccio è molto dinamico e variegato, ogni giorno succede qualcosa di diverso, e tutte le persone che ho incontrato finora, unite al dinamismo del tirocinio, ampliano il mio bagaglio di conoscenze, ed è bellissimo.

Tra un mese dovrò tornare in Italia, ma a luglio sarò di nuovo a Fier con il Servizio Civile. Questa volta per un anno. Sono impaziente di vivere a tutto tondo l’esperienza, di rivedere i miei colleghi e di conoscerne altri, di scoprire ulteriormente l’Albania e di rimanere costantemente meravigliata di fronte alle bellezze naturali che offre, di cercare di parlare l’albanese - riuscirci male- ma comunque capire e riuscirsi a farsi capire, di mangiare l’insalata con la rucola e il djathë furre (il formaggio al forno), ma soprattutto di mettermi all’opera e di fare il mio meglio per Fier, che fino a due mesi fa era solo una città in Albania, ma che ora, è entrata nel mio cuore.

*Studentessa del “Master Social Change School”

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