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TESTIMONI DI SERVIZIO CIVILE: LA STORIA DI ANTONELLA

“Di pause e riflessioni: La Sierra, un luogo che ti cambia” di Antonella Gallo, Medellin (Colombia)

Tra dicembre e gennaio, a La Sierra tutto rallenta. Per noi volontari è un periodo di riprogrammazione, di pausa apparente, ma in realtà di grande riflessione. Intorno a noi, però, la città non si ferma mai: la cumbia navideña risuona nelle strade, i bambini giocano nel quartiere godendosi le vacanze, le famiglie montano e smontano gli addobbi, e dalle finestre si intravedono tavole imbandite, momenti di festa, tradizioni che si tramandano. La salsa dei grandi colossi della musica latina si mescola ai reggaeton più sguaiati. In ogni angolo è festa. Ma dietro il rumore, le luci e i sorrisi, ci sono domande che restano aperte. 

Se c’è un posto dove fare esperienza, crescere e mettersi in gioco, è questo. La Sierra mi ha stravolto la vita. Conoscevo già un po’ il modo di vivere in Sud America, ma qui ho trovato qualcosa di diverso: una informalità che accorcia le distanze, una spiritualità che si respira in ogni gesto, una crudeltà che convive con una speranza incrollabile. Qui tutto è più intenso. Le difficoltà sono reali, tangibili, eppure c’è una forza collettiva che cerca sempre un modo per andare avanti. Noi, nel nostro piccolo, cerchiamo di contribuire a questa ricerca. 

Il lavoro che facciamo con i bambini è fondamentale. Offriamo loro uno spazio sicuro, ma non siamo noi a crearlo da soli: lo costruiamo insieme alla comunità, con rispetto, con la consapevolezza che il nostro ruolo non è quello di protagonisti, ma di supporto. È importante, nella cooperazione, fare un passo indietro per non creare legami di dipendenza. Non siamo qui per salvare nessuno, ma per camminare accanto, per aprire possibilità, per mostrare che esiste anche altro. 

Eppure, ci sono giorni in cui mi chiedo se tutto questo serva davvero a qualcosa. Mi sento come un granello di sabbia in mezzo a un deserto troppo vasto. Poi, però, basta uno sguardo, un bambino che ci cerca durante le vacanze, che chiede quando ricominciamo, per ricordarmi che questo spazio è necessario. Non è solo un luogo dove passare il tempo, è un posto in cui stare insieme, in cui contaminarsi a vicenda in senso buono, in cui condividere. È un piccolo punto fermo in una realtà instabile. 

La Sierra è diventata casa. Quando la gente mi chiede dove vivo, spesso si spaventa. Ma io ormai la difendo, perché sì, è un quartiere difficile, ma non è solo questo. È fatto di persone incredibili, di sorrisi autentici, di storie che insegnano la resilienza ogni giorno. Ci sono i colori, i profumi, la musica che ti avvolge, i volti che impari a riconoscere. È un luogo che ti accoglie e ti cambia. 

Se c’è una cosa che ho imparato qui, è il valore della responsabilità. Con i bambini, con la comunità, con me stessa. Non c’è un attimo in cui io non mi metta in discussione, e so che anche i miei compagni vivono questa esperienza con la stessa intensità. Insieme ci facciamo domande, ci interroghiamo su quello che facciamo e su come possiamo farlo meglio. 

A chiunque stia pensando di partire per un’esperienza di servizio civile o di volontariato, dico: fatelo. Se, come me, sentite di avere ancora tanto da imparare, se volete mettervi alla prova, se cercate un contesto che vi arricchisca davvero, questo è il posto giusto. Qui non si viene solo per aiutare, si viene per crescere, per condividere, per imparare. Qui si scopre che il cambiamento è fatto di piccoli gesti quotidiani. E che, anche se a volte ci si sente piccoli, c’è sempre qualcosa che possiamo fare per costruire, insieme, un futuro diverso.

 

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